Storia Istituto

Storia Istituto Loperfido

a cura del prof. SALVATORE LONGO

 
AtrioLoperfidoLa stesura di una nota storica riguardante l’origine e lo sviluppo di un’istituzione scolastica recente, in questo caso l’Istituto Tecnico Commerciale A.Loperfido di Matera, sembrerebbe, un’iniziativa irrilevante per il breve periodo di tempo preso in considerazione, che racchiude eventi a noi noti e di per sé di secondaria importanza. Ma questo studio intende approfondire le motivazioni dei suddetti eventi e consentire una loro una loro disamina, idonea ad attualizzare quel nesso che intercorre tra le vicende legate alla istituzione della scuola e quelle relative alla microstoria dell’ultimo cinquantennio cittadina viene e confermare quella reciproca interazione che unisce tessuto sociale ed attività culturali.
 
La presente ricerca ha utilizzato il materiale documentario rappresentato dai registri delle sedute delle Assemblee del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, istituito nel 1955, e quelli dei verbali del Consiglio d’Istituto, redatti dal 1975 ad oggi. Il predetto materiale, depositato nell’archivio dell’Istituto, delinea le varie fasi che hanno determinato l’evoluzione dell’Istituto, il cui sviluppo è stato senz’altro alimentato dalle varie direttive ministeriali, nonché dall’impegno profuso, quotidianamente, dai singoli operatori scolastici. L’utilizzazione delle fonti documentarie ha inteso privilegiare il criterio cronologico al fine di enucleare quel rapporto già accennato che intercorre fra società civile e istituzioni scolastiche.
 
Agli inizi degli anni Cinquanta, le condizioni economiche di Matera riflettevano la stessa situazione diffusa nel Paese, che attraversava una difficile congiuntura economica prodottasi in seguito agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale. Tuttavia, ben diverso era il quadro sociale della città. La sua popolazione, composta da circa 30 mila unità, per una buona metà occupava le dimore degli antichi rioni, detti Sassi, ove non era difficile cogliere un disagio esistenziale accentuato dalla secolare povertà che, nel passato, aveva perfino determinato la scelta di quella caratteristica forma di insediamento modellato nella roccia. Una simile condizione sociale, ora del tutto inconcepibile, suscitò l’interesse del Governo, allora intento a risollevare, con i suoi programmi, l’economia nazionale. Per Matera, furono promosse alcune leggi che sancirono il finanziamento della costruzione di nuovi rioni, destinata ad accogliere tutta la popolazione dei Sassi. In seguito a queste iniziative, la città conseguì gradualmente un nuovo assetto urbanistico che contribuì anche alla formazione di nuovi atteggiamenti sociali, idonei ad accogliere quei fermenti innovativi che allora si andavano manifestando. La società italiana, pur presentando un profilo abbastanza statico, rivelava indubbie potenzialità che, una volta esplicitate, avrebbero segnato l’inizio di una nuova epoca, - come realmente accadde - contrassegnata da una forte espansione economica. Tali cambiamenti, però, necessitavano dell’apporto consistente di precise figure professionali, la cui formazione si attuava prevalentemente negli istituti scolastici. La situazione scolastica, in ambito nazionale, risultava pressoché omogenea: il numero degli istituti ad indirizzo umanistico era considerevole rispetto a quello degli istituti tecnici e commerciali, la cui esiguità in verità, era determinata da precise ragioni legate soprattutto alle difficili prospettive occupazionali. Non diversa era la situazione della scuola materana. Questa si caratterizzava per la presenza di alcuni Istituti superiori, rappresentati da una Scuola Tecnica, di istituzione recente, dal Liceo Classico, fondato nel 1864 e frequentato soprattutto da alunni locali; e dall’Istituto Magistrale, già attivo dal 1874, frequentato da alunni anche provenienti dalla vicina Puglia, nonchè dalla Calabria. Si trattava di due efficienti istituzioni, connotate da una solida tradizione culturale, il cui valore era fornito soprattutto da un’innegabile competenza profusa nell’insegnamento delle varie discipline e dal rigore richiesto negli studi. Comunque, il quadro sociale della città si presentava involuto e né di esso si presagiva un eventuale cambiamento a causa di uno scenario economico piuttosto povero e dominato soprattutto dall’attività agricola. Ma qualcosa sarebbe cambiata nel volgere di poco tempo. La città, come accennato, aveva già mutato il suo volto urbanistico e beneficiava pure delle previdenze della Cassa del Mezzogiorno, la cui istituzione avvenne proprio in quegli anni e, senza dubbio, favorì un progressivo sviluppo economico, con le sue stesse facilitazioni, dell’imprenditoria locale,. Simultaneamente, un’altra spinta fu esercitata dalla Riforma fondiaria che, nonostante i suoi limiti strutturali, intensificò la diffusione della piccola proprietà rurale fra gli abitanti della città. Furono semplici ma precisi segnali di ripresa, che contribuirono non solo a smuovere le acque stagnanti dell’economia locale, ma anche ad instaurare nuove prospettive economiche. Di conseguenza, in questo contesto particolare, si fece più urgente la richiesta di un numero sempre crescente di figure professionali che abitualmente venivano formate altrove. Pertanto si profilò la necessità di istituire un Istituto Tecnico Commerciale, la cui realizzazione venne effettuata proprio nel 1950. La nuova istituzione fu frequentata non solo dagli alunni delle prime classi, ma anche da coloro che, avendo già intrapreso lo stesso corso di studi in altre sedi, in particolare in quella della vicina Altamura, laddove funzionava una sezione staccata dell’Istituto Tecnico Commerciale "Giulio Cesare" di Bari, decisero di trasferirsi a Matera. Il prof. Carlo Consiglio fu il primo Preside del nuovo Istituto, il cui decreto istitutivo fu emanato, il 12 maggio 1954, con ritardo rispetto all effettiva apertura della stessa. Esso garantì l’autonomia dell’attività amministrativa, fino a quel momento gestita Scuola Tecnica "G. Galilei" di Taranto, ed autorizzava la formazione di due corsi distinti, l’uno di Ragioneria e l’altro di Geometri. Anche se in quell’anno (1954) già si contavano 14 classi, mentre la sede dell’Istituto, era posta in via Riscatto nei locali dell’ex seminario che, dopo varie ristrutturazioni riuscirono, a mala pena, a svolgere un’efficiente funzione. Per questo motivo, nel 1955, si rese necessario istituire il "doppio turno", per il numero insufficiente delle aule rispetto a quello delle classi, che erano19, mentre gli alunni erano 448 alunni. Nello stesso anno, si insediò pure il 1° Consiglio di Ammimistrazione, che tra l’altro intitolò l’Istituto all’illustre concittadino Antonio Loperfido, un geodeta di grande fama.
 
La vita scolastica, pur non subendo alcuna battuta di arresto, si svolgeva fra tante difficoltà: mancava una palestra; gli alunni utilizzavano quella di altre scuole, durante le ore pomeridiane. Anche i laboratori per le esercitazioni pratiche erano quasi inesistenti. Pertanto diventava prioritaria la realizzazione della costruzione di una struttura specifica, che non solo avrebbe influito positivamente sull’andamento didattico, ma, soprattutto avrebbe potuto accogliere una popolazione scolastica in continuo incremento, la più numerosa della Provincia. Nel 1957 gli alunni furono 547. Intanto si procedette, per attenuare i disagi del doppio turno, ad avvalersi di una succursale, ubicata nei locali del palazzo Venusio, non lontana dalla sede centrale dell’Istituto. Ma era pur sempre una soluzione provvisoria. L’Amministrazione Provinciale aveva già da tempo deliberato la costruzione della nuova sede e per questo non solo era stata affidata la redazione del progetto a due professionisti, l’arch.Salvatore Masciandaro e l’ing.Pasquale Mecca, ma era stato anche acquistato un suolo, in contrada Macamarda. Nello stesso anno, giunse un nuovo preside, il prof. Giacinto Genco già docente dell’Istituto Commerciale di Altamura e vi rimase due anni. Dopo fu trasferito alla scuola di provenienza, che aveva ottenuto l’autonomia. Gli subentravò il prof. Salvatore Boenzi, che reggeva simultaneamente anche la presidenza dell’Istituto Magistrale. Nonostante la difficile situazione determinata soprattutto dalla mancanza delle aule, l’Istituto esplicò un ruolo sempre più dinamico ed attivo. Accanto all’ attività didattica, si aggiunsero le lezioni pomeridiane (corsi aggregati), riservate ai diplomandi ed impartite dagli stessi docenti. Anche le attività extrascolastiche furono frequenti. Assai diffusa fu la pratica sportiva, effettuata in vista dei campionati studenteschi, così pure si svolsero frequentemente gli incontri di calcio fra le rappresentative dei due indirizzi di studio. L’Istituto non mancò di svolgere una funzione assistenziale verso quegli alunni più bisognosi concedendo loro i sussidi necessari per acquistare i libri di testo, gli occhiali oppure per sottoporsi ad una visita medica. Così trascorsero dieci anni dall’istituzione della scuola che furono ricordati con alcune manifestazioni. Memorabile fu quella svolta dagli alunni della sezione Geometri che, guidati dai docenti, allestirono alcuni plastici delle casette rurali, attuate nell’agro materano. In quel preciso momento, due corsi completi di Ragioneria e di Geometri, oltre 4 classi collaterali, costituivano l’organico dell’Istituto. Nel frattempo, erano stati quasi ultimati i lavori della nuova sede, la cui struttura non passava inosservata per la sua imponente mole, composta da un corpo di fabbrica longitudinale, dalle linee geometriche essenziali, che si stagliava in una zona rurale già destinata dal Piano Regolatore generale ad area direzionale. La costruzione dell’edificio ebbe un costo di circa 250 milioni di lire. La nuova sede era costituita da una struttura centrale, cui si collegavano due altri corpi di fabbrica più modesti (la palestra e l’aula magna). Le aule distribuite sui due primi piani erano 18; invece, sul terzo ve ne erano altre 6 dalle dimensioni più ampie, rispetto alle precedenti, in quanto destinate a laboratorio o a aule da disegno per la sezione Geometri. Sempre su questo piano, furono sistemate alcune vetrinette, contenenti materiale didattico per lo più di carattere scientifico, alcune di esse sono ancora visibili, ma ormai inservibili. Infine, accanto alla nuova sede, fu destinata, per le attività motorie praticate all’aperto, una zona antistante l’ingresso principale, che fu successivamente utilizzata anche per la pratica di alcuni sport. La nuova sede venne consegnata il 5 ottobre 1961 e, dopo circa un mese, furono terminate tutte le operazioni di trasloco. Tuttavia, l’ampiezza ed il numero maggiore dei locali disponibili necessitavano di un arredo più numeroso rispetto a quello già posseduto. Per questo, furono richiesti al Ministero i fondi necessari che furono prontamente erogati. Con essi non solo si procedette all’acquisto della suppellettile necessaria, ma anche fu possibile allestire, ex novo, i vari laboratori: chimica, fisica, agronomia, topografia, calcolo computistico e dattilografia.
 
Questa situazione ottimale, relativa all’organizzazione della vita scolastica, rappresentò l’occasione propizia per attuare i nuovi programmi, che erano stati emanati dal Ministero nello stesso anno del trasferimento alla nuova sede. Inoltre, l’Istituto non cessò di esercitare quel sostegno verso gli alunni meno abbienti. Ad essi fu corrisposto soprattutto un numero consistente di buoni pasto. Oltre alle attività extrascolastiche già evidenziate, se ne aggiunsero altre. Gli alunni della sezione di Ragioneria parteciparono ai corsi aggregati di calcolo e dattilografia, di durata trimestrale; invece, quelli della sezione Geometri seguirono un corso di geologia applicata della durata quadrimestrale.
 
Agli inizi del nuovo anno scolastico (1962-63), assunse la presidenza dell’Istituto il prof. Salvatore Scardillo; allora le classi erano 14 e i nuovi programmi ministeriali, in parte già adottati l’anno precedente ebbero la loro piena applicazione in tutte le classi. Inoltre, l’attività didattica venne arricchita da nuove iniziative come, i "viaggi di istruzione", in realtà le nostre "visite guidate". Ad esempio, gli alunni della sezione Geometri visitarono il villaggio La Martella per rendersi conto direttamente di quella particolare realtà urbanistica; si portarono presso gli impianti industriali dell’E.N.I. di Pisticci; e assistettero ai lavori attuati per l’ampliamento dalla statale ionica. Gli alunni della Ragioneria, invece, si recarono a Bari per conoscere il funzionamento del Centro Meccanografico delle Imposte Dirette e, nella stessa città, visitarono la Borsa Merci per assistere alle contrattazioni di quella giornata. Infine, l’avanzo di bilancio di quell’anno fu impiegato per l’acquisto sia di nuove macchine da scrivere e sia dei volumi della biblioteca.
 
Negli anni successivi si constatò ancora un ulteriore incremento della popolazione scolastica; nel ‘70 le classi raggiunsero il numero di 22. Come spiegare una simile evoluzione? Innanzitutto, il fattore principale fu il numero sempre maggiore di iscrizioni presentante da parte della componente femminile degli studenti, divenuta un terzo degli iscritti. Tale incremento si collegava agli esiti dell’intenso sviluppo demografico degli anni Cinquanta, il cosiddetto baby-boom che, fra l’altro, causò l’aumento della popolazione della città, costituita da 40 mila abitanti. Anche la favorevole situazione economica del momento svolse un indubbio ruolo favorevole; infatti, il polo chimico della valle del Basento era in piena attività. Tale realtà economica richiedeva pure un livello superiore di scolarizzazione che consentisse ai vari giovani di svolgere mansioni adeguate e del tutto innovative.
 
Negli anni successivi, il processo di scolarizzazione continuò ad essere intenso, ma anche imprevedibile per quanto riguarda gli aspetti organizzativi. Infatti, nel 1975 gli alunni dell’Istituto furono 1300: un valore, doppio rispetto a quello riscontrato alla fine degli anni Cinquanta; in cui confluisce l’apporto fornito dal numero degli alunni delle due sezioni staccate, istituite una a Grassano nell’anno scolastico 1971-72, e l’altra a Tursi, nell’anno scolastico 1973-74; ciascuna con 5 classi. L’organico era costituito da 29 classi presenti nella sede centrale e 10 classi nei locali dell’ex clinica Santa Rita. Nel frattempo, si utilizzava il porticato della sede centrale, originariamente destinato ad area di parcheggio delle biciclette degli alunni, per ottenere almeno tre aule. Da quel preciso momento, il problema cruciale dell’Istituto divenne il reperimento di nuove aule, necessarie per gli alunni sempre più numerosi. Naturalmente, la costruzione di un altro plesso, in prossimità della sede centrale, avrebbe risolto ogni difficoltà di ordine pratico; ma, inspiegabilmente, non si registrò alcuna iniziativa che tentasse di risolvere i problemi specifici dell’Istituto. Sempre nel ‘75, vennero creati gli organi collegiali, istituiti dal Ministero per migliorare i vari aspetti della vita scolastica attraverso la partecipazione attiva dei rappresentanti delle diverse componenti. Simultaneamente il "Consiglio di Amministrazione" venne sciolto.
 
Il problema della mancanza delle aule non si risolse pur utilizzando completamente il plesso di Santa Rita. Allora, si rese necessario utilizzare le aule libere, disponibili in altri istituti scolastici della città: furono reperite altre 13 aule, ubicate distintamente nel Liceo Scientifico, nell’Istituto Magistrale e nel Liceo Classico. Nonostante questo smembramento dell’Istituto, l’attività didattica non venne mai compromessa; anzi venne migliorata con diverse iniziative di una certa portata. Infatti, risalgono al ‘79, l’installazione del primo laboratorio linguistico, la ristrutturazione della palestra e l’acquisto di numerosi volumi, destinati ad arricchire il fondo librario della biblioteca e a costituire le bibliotechine di classe. Nello stesso anno venne introdotto lo studio del tedesco, come seconda lingua. Dal ‘76 all’82, inoltre, funzionò un corso serale per lavoratori nella sede centrale e nella sezione staccata di Grassano. Simultaneamente, le esercitazioni pratiche ebbero un ruolo non indifferente, in quanto i vari laboratori risultavano sempre provvisti del materiale indispensabile per procedere nella loro realizzazione. Mentre non fu possibile installare nella sezione di Tursi, per mancanza di spazio, un laboratorio di dattilografia e le stesse macchine furono, per molto tempo, custodite provvisoriamente nella sede centrale. Ancora, l’Istituto partecipò con vivo interesse agli eventi culturali di quel momento, ricordandoli con proprie manifestazioni, quali la commemorazione della Resistenza oppure la celebrazione del bicentenario della nascita del Foscolo. Nel frattempo, l’Amministrazione Provinciale aveva dato in appalto i lavori per la costruzione della sede della sezione di Tursi.
 
Il 1° settebre 1981, il preside Scardillo lasciò, per raggiunti limiti d’età, la direzione dell’Istituto: gli succedeva la professoressa Vania Tantalo Danzi, Preside dell’Istituto Professionale Femminile di Matera, che acquisiva un’erededità, costituita soprattutto dall’impossibilità di assegnare ambienti idonei ad una una popolazione scolastica sempre in crescente aumento. La soluzione più opportuna, al riguardo, sarebbe stata un’aggregazione delle classi dislocate in altre sedi in un solo plesso, evitando così l’utilizzazione di varie succursali anche fra loro distanti. In quel preciso momento, 18 classi si trovavano presso Santa Rita, altre 13 nella succursale dell’Istituto Tecnico Agrario ed infine 5 classi nel Liceo Scientifico.
 
L’anno seguente (1982), vennero rese autonome la sezione Geometri di Matera e la sezione staccata di Tursi. Mentre, si procedette alla ristrutturazione, nella sede centrale, delle ampie aule del terzo piano, già utilizzate dalla sezione Geometri per le esercitazioni. Tale intervento ampliò il un numero delle aule disponibili, anche se alcune di esse erano meno ampie. Nello stesso anno, ebbero inizio gli scambi culturali con gli istituti scolastici dei paesi esteri, che tuttora si svolgono. Specificatamente, alcuni ragazzi della quarta classe quarta furono ospitati dai loro coetanei francesi, per due settimane, frequentando le lezioni presso la loro scuola, il Liceo Valin di La Rochelle. Dopo alcune settimane, gli studenti italiani ricambiarono l’ospitalità ai giovani francesi. Poi, sul versante della didattica furono espletate iniziative tese a rivitalizzare le assemblee d’Istituto, consentendo la partecipazione di "esperti esterni", che espressero la loro professionalità attraverso specifici dibattiti. Furono invitati, ad esempio, gli esperti del Consultorio Familiare per discutere temi di educazione sanitaria; si diede spazio anche agli ex tossicodipendenti per conoscere la loro realtà, ma soprattutto gli interventi necessari al loro recupero. Neppure mancò la partecipazione esperti, che relazionarono su temi di letteratura oppure discussero sui contenuti dei film di carattere storico o scientifico, proiettati in Aula Magna. Tuttavia, l’attività didattica subì un sostanziale cambiamento con l’introduzione e l’attuazione del progetto sperimentale, denominato I.G.E.A. (Indirizzo Giuridico, Economico, Aziendale) che venne adottato nel ‘82 in alcune prime classi e nelle successive per scorrimento. Tale Progetto era stato formulato per soddisfare le istanze socio- culturali degli anni Settanta, quando l’elevato tasso di scolarizzazione, come è stato già evidenziato, fu essenzialmente determinato da una favorevole espansione economica che portò in tutti i settori della vita sociale un accentuato benessere. Lo stesso accadde negli anni Ottanta, quando si assiste al dispiegarsi di una straordinaria evoluzione - la rivoluzione post-industriale -, favorita soprattutto dall’applicazione del computer e dell’informatica in ogni attività umana. Tuttavia, la predetta rivoluzione, pur agevolando l’uomo nei lavori più pesanti ed ingrati, ha anche determinato la scomparsa di numerose figure professionali così pure situazioni di povertà. Comunque, i vantaggi della nuova tecnologia sono innegabili ed hanno determinato un decisivo incremento della produzione degli alimenti, dei beni di consumo e dei servizi, analogamente ha favorito una più ampia distribuzione della ricchezza e di conseguenza un diffuso benessere. Anche le fabbriche, adottando la nuova tecnologia, hanno raggiunto la piena automazione del lavoro (robotica), altrettanto le comunicazioni (telematica); lo stesso è accaduto in agricoltura e nella pubblica amministrazione, dove sono stati conseguiti una maggiore efficienza ed una migliore produttività.
 
Il nostro sistema scolastico, versando in una particolare crisi, fu coinvolto dalle conseguenze della suddetta rivoluzione e messo in condizione di invertire l’abituale rotta. Alcuni organi ministeriali (direzioni generali), dopo la constatazione del fallimento dei progetti di riforma dell’ordine superiore, impressero una vigorosa sterzata con la proposta a vari corsi di studio dell’adozione di alcune innovazioni strutturali, rappresentate soprattutto dall’inserimento dei programmi di informatica, che non avrebbero stravolto il loro assetto istituzionale. Con questo proposito ebbero origini sperimentazioni essenzialmente formulate per aggiornare i contenuti dei programmi e migliorare la qualità dell’attività didattica. Ma lo stato generale della scuola italiana piuttosto refrattaria ad ogni cambiamento non manifestò grande entusiasmo, nonostante che il Ministero competente assicurasse i mezzi necessari per intraprendere l’attuazione delle varie sperimentazioni.
 
Il Progetto I.G.E.A. fu introdotto ed attuato, nel 1984, in alcune prime classi da un drappello di docenti ben motivati, guidati e coordinati dalla preside Tantalo Danzi. In quel preciso momento, soltanto 32 Istituti Commerciali aderirono al suddetto progetto. In sostanza, il nuovo percorso formativo, per i suoi peculiari contenuti, non solo rappresentava una sostanziale evoluzione rispetto alla conformazione dei programmi in corso ormai obsoleti, in quanto emanati nel lontano 1961, ma mirava anche ad equilibrare quel divario persistente fra indirizzo umanistico, tradizionalmente inteso, e quello scientifico e tecnico. Il progetto I.G.E.A., strutturato in un biennio di base ed un triennio di indirizzo qualificante, previde l’insegnamento di due lingue straniere per l’intero quinquennio. Specificatamente, nel biennio furono introdotti nuovi insegnamenti: diritto ed economia, informatica e matematica, mentre altre discipline già note, revisionate nei loro contenuti assunsero altra denominazione: scienza della vita (biologia), scienza della materia (chimica e fisica) ed, infine, trattamento dei testi (dattilografia); mentre le due materie professionalizzanti (ragioneria e tecnica) vennero accorpate in una sola, economia aziendale. Nel triennio, le varie materie ebbero un’impostazione del tipo problematico al fine di individuare le varie fasi dell’attività aziendale e rapportarle a precisi riferimenti di carattere giuridico ed economico, senza la preclusione del supporto informatico. Con questi presupposti, si mirava alla formazione di una nuova figura professionale intermedia, idonea a prefigurare e realizzare, senza difficoltà, ogni iniziativa di carattere professionale nell’ambito della gestione contabile di un’azienda.
 
La fase sperimentale I.G.E.A., durata diversi anni durante i quali si apportarono modifiche al progetto stesso, si è ormai conclusa. Ne è seguita un’altra più efficace. Infatti, agli inizi dell’anno scolastico 1996-97, il suddetto progetto è stato istituzionalizzato. Inoltre, nelle classi amministrative e quindi non sperimentali venne adottato, contestualmente al Progetto I.G.E.A., il Piano Nazionale d’Informatica inserito nei programmi di matematica. Per questi obiettivi fu indispensabile dotare anche le succursali dell’Istituto dei laboratori necessari, dove già da tempo funzionavano quelli linguistici.
 
Nel frattempo, l’eccessivo numero della popolazione scolastica prospettava la possibilità di attuare una scissione dell’Istituto, che si realizzò nel 1988; ma, in questo modo, non si risolsero i veri problemi, determinati dalla mancanza di una sede unica e dalla necessità di reperire continuamente altre aule scolastiche. In quello stesso anno, l’Istituto era composto dalla sede centrale e da due succursali: una ubicata in via Annunziatella e l’altra presso l’A.S.L., con un totale di 40 classi, cui si sommavano le altre 10 della sezione staccata di Grassano. La sede centrale, disponeva di due laboratori di Trattamento dei Testi (dattilografia), entrambi forniti di macchine con videoscrittura, di un laboratorio di chimica-fisica, di due laboratori linguistici ed infine di due laboratori di informatica.
 
Ritornando alla scissione, il nuovo Istituto, intitolato ad Adriano Olivetti, risultava costituito dal plesso di Santa Rita e dalla succursale, ubicata nell’Istituto Agrario, e dalla sezione staccata di Bernalda, istituita nel 1982.
 
Durante questi anni scolastici, venne evidenziato il merito degli alunni più bravi e studiosi dell’Istituto, rinnovando così una tradizione già presente dalle origini dell’Istituto. In particolare, si assegnarono agli alunni, in possesso della media dell’8, borse di studio, il cui finanziamento venne soprattutto sostenuto dalla Banca Mediterranea; uguale beneficio venne riservato agli alunni distintisi nelle competizioni sportive.
 
Nel frattempo, l’evoluzione sociale e lo sviluppo economico avevano raggiunto posizioni ragguardevoli nell’ambito dell’U.E., tali da sollecitare l’ introduzione di una moneta unica che consentisse l’integrazione completa dei mercati. Dinanzi a questa favorevole situazione, anche il Ministero della P.I. si adoperò per riformare alcuni piani di studio degli Istituti scolastici superiori, tra quali vi fu pure quello del corso di diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere, che assunse una nuova denominazione: E.R.I.C.A.- (Educazione alle relazioni interculturali nella comunicazione aziendale.). Tale corso di studi venne favorevolmente accolto dai docenti dell’Istituto e reso funzionante nel 1990. Simultaneamente, fu esteso sia il piano nazionale d’Informatica in tutte le classi amministrative sia i programmi Brocca, per l’insegnamento d’Italiano, in tutti i bienni. Contemporaneamente, l’Istituto recepì alcune iniziative proposte dalla Regione Basilicata istituendo alcuni corsi post-diploma, riservati ai neodiplomati ed attuati per consolidare una formazione specifica e settoriale; in particolare, vennero organizzati i corsi sia di operatore per il commercio estero sia quello di operatore del processo amministrativo. A questo punto, occorre sottolineare anche l’attività culturale svolta dalla Biblioteca dell’Istituto. Il suo fondo librario, composto da circa 7 mila volumi, è completamente informatizzato e viene abitualmente consultato dal corpo docente e dagli alunni dell’Istituto. Un’altra attività svolta dagli alunni è quella concernente la redazione e stampa di un giornalino d’Istituto, a diffusione interna. Vi partecipano con entusiasmo manifestando gli umori della vita scolastica e collaborando anche con semplici produzioni letterarie. Infine, l’Istituto, per qualificare meglio la propria funzione culturale e formativa, ha intensificato lo svolgimento delle attività extracurriculari. Da tempo, vi si attua un corso di formazione solo per gli alunni delle quinte classi, relativo all’ "Imprenditorialità giovanile"; gli altri corsi invece riguardano l’educazione alla salute, l’educazione stradale, il laboratorio teatrale. Poi, alcuni docenti hanno organizzato un centro di informazione e consulenza (C.I.C.) per quegli alunni che manifestano alcune difficoltà di ordine comportamentale e di orientamento. Tra le altre attività didattiche, è stato istituito, nel ’95 un biennio di rientro formativo, "Progetto Sirio", riservato a coloro che, pur avendo un lavoro, intendono migliorare la propria preparazione culturale. Il corso, di durata biennale e con frequenza serale, rilascia un attestato di operatore di ufficio, utile per l’iscrizione alla terza classe commerciale.
 
Nel ’96, L’Istituto ha ceduto le succursali di via Annunziatella e dell’A.S.L., ed ha ottenuto un’altra sede , ubicata nell’Istituto Geometri di via Gravina, che riunisce le precedenti succursali; nello stesso anno, la sezione staccata di Grassano è stata aggregata al Liceo Scientifico di Tricarico, secondo un progetto di razionalizzazione della rete scolastica provinciale, promosso dal Provveditorato agli Studi. Pertanto, la situazione attuale dell’Istituto è la seguente: vi sono 37 classi, di cui 24 Igea, 5 Amministrative, 7 ERICA e 1 Sirio.
 
Sin dall’originaria formulazione, una simile proposta educativa venne condivisa dai docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale "A. Loperfido" ed adottata nel 1984. La sperimentazione denominata, progetto I.G.E.A. (Indirizzo Giuridico Economico Aziendale).
 
In tal modo, non solo si riuscì ad innovare i contenuti dei programmi, ormai obsoleti in quanto furono emanati nel lontano ‘61, ma anche ad operare quel collegamento indispensabile che si pone fra istruzione e realtà sociale ed economica del momento, in particolare contrassegnata da una tecnologia sempre più dominata dal sapere informatico. Una siffatta sperimentazione consentì pure a gran parte del corpo docente di frequentare appositi corsi di aggiornamento, istituiti dal Ministero per approfondire le specifiche tematiche in tutti gli Istituti Tecnici Commerciali, sostituendosi al tradizionale corso amministrativo.